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SUSIE SARRACINO E ROBERTO MESSOR

MOSTRE PERSONALI DI SUSIE SARRACINO E ROBERTO MESSORI

Scopri la mostra personale di Susie Sarracino e Roberto Messor, tenutasi dal 9 al 21 novembre 2024 presso Galleria Wikiarte.

Poetica della sensibilità, leggibile nella narrazione visuale delle infinite declinazioni della percezione, fisica e psicologica, dall’accento sovente femminile, scandita dalla molteplicità di soggetti scelti. Ancora arte, quale esito finale sotteso alla spinta delle proprie pulsioni la cui rappresentazione pittorica, densa e visionaria, marca la natura immaginifica del manufatto.

Formatasi al liceo artistico ed, a seguire, presso l’Accademia di Belle arti di Bologna, Susie Sarracino veicola emozioni, stati d’animo e sentimenti attraverso una figurazione eterogenea portavoce dall’ampia rosa del sentire umano e degli atti che ne condizionano l’essenza. Di qui animali, naturali custodi di valori dalla forte attinenza al genere umano, o corpi e visi, attestanti la spiccata sensibilità dell’artista che marca fermamente gli ingiusti limiti, culturali e sociali, tuttora imposti al genere femminile. Da cui lecita affermazione del rispetto, dell’anima come del corpo, nelle opere I’m not a puppet e Touch, e persistenza, dell’essere sull’apparire a fronte del tempo trascorso, in Time, se non evidenza, di forza e tenacia incarnate dalla figura dell’Amazzone. Altro rilievo, la metaforica rappresentazione del disagio fisico, ripresa in Listen, dove inserti surreali concertano la natura didascalica dell’insieme. Correda il profilo di Sarracino l’impiego di carboncini, a pezzi ed a matita, in primis, dei colori ad olio, degli acquerelli, talvolta dell’inchiostro, dei pastelli a pigmento puro, includendo i recenti approcci all’acrilico, oltre la stessa creazione in digitale. Tecniche, queste, che l’autrice applica in funzione dei concetti e dei soggetti rappresentati.

Anni’70, sul finire, e la libera vitalità del volo in deltaplano. Un sinistro e la coscienza di un cambiamento, necessario e frutto di un amichevole contesto, alimentato dalle immagini della madre, pittrice, e del nonno, fornaio e, nelle sue pene, pittore per diletto. Da cui il modenese Roberto Messori attinge, assecondando la genetica di una passione all’origine de Lo psicoanalista e Torrente cosmico, Probabili fluttuazioni e Stadi di potere, se non dell’antitesi concettuale di A.I. ed Élite guerriera. Guerra, per l’appunto, interiormente vissuta e resa visuale nella rappresentazione pittorica delle cosiddette ossessioni, parafrasando le parole dell’artista, le cui maschere, statue e feticci collezionati fungono da tramite e visuale porta d’accesso alla profondità dell’animo umano i cui atti, consapevoli solo all’apparenza, altro non sono che frutto dell’universo delle proprie pulsioni. Inconsce e più remote, che animano il vanto della supremazia di chi disprezza in primis la vita umana, creando ibridi e distruggendo città nelle visioni di Messori: cui l’animo, sensibile alla naturalezza del proprio territorio, ne riprende rii e fiumi, resi persistenti, oltre il degrado imposto, dalla purezza del loro ritratto.


Curatore: Pietro Franca

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