Nato a Genova nel 1950. Si diploma prima al Liceo Artistico del capoluogo ligure e poi al distaccamento Albertina di Belle Arti di Torino. Negli anni Settanta, in piena contestazione studentesca, decide di iscriversi alla Facoltà di filosofia di Genova e frequentare i corsi di pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara. Le opere di Francesco Musante sono caratterizzate da personaggi fantastici, che, usciti da un mondo incantato, vengono collocati dall’artista in un contesto pieno di parole e di oggetti. Francesco Musante, artista dalla squisita sensibilità pittorica, abile disegnatore, funambolo del cuore, crea un universo che è specchio della propria raffinatezza e lo abita in punta di piedi, con libertà espressiva, invitando ciascuno a ritrovare le chiavi per accedere a quella dimensione fantastica a cui da bambini si accedeva con maggiore facilità, che era fonte di infinita gioia. Echi della poetica pittorica di Chagall e Mirò si affacciano in un colto vocabolario di forme, capace di originare un linguaggio tanto immediato quanto enigmatico.
“Ascolto l’eco dei miei passi risuonare tra le sale vuote, lascio che le dita scorrano sulle cornici, diano gli ultimi ritocchi. Non si tratta di passare da una dimensione all’altra: nell’incontro con l’arte i confini si assottigliano, permettendo al sogno di farsi realtà, alla realtà di mutarsi in sogno. Chiudo la porta, spengo la luce, guardo il cielo. La luna stasera mi sembra fuori posto, ma forse è lì che deve stare.”
Born in Genoa in 1950. He graduated first at the Art School of the Ligurian capital and then at the Albertina detachment of Fine Arts in Turin. In the Seventies, at the fullest of students’ protests, he decided to enroll in the Faculty of Philosophy of Genoa and attend painting courses at the Academy of Fine Arts in Carrara. The works of Francesco Musante are characterized by fantasy characters, coming out of an enchanted world, which are placed by the artist in a context full of words and objects. Francesco Musante, artist with an exquisite pictorial sensitivity, skilled draftsman, tightrope walker of the heart, creates a universe that is a mirror to it’s own refinement, that he inhabits tiptoeing and with expressive freedom. The artist invites everyone to find the key to access the dimension of fantasy, borrowing them from our childhood, source of infinite joy. Echoes of the pictorial poetics of Chagall and Mirò appear in a cultured vocabulary of forms, capable of originating a language immediate but meanwhile enigmatic.
“I listen to the echo of my footsteps resonate among the empty rooms, I let my fingers run over the frames, giving the final touches. It is not a meaning of passing from one dimension to another: in the encounter with art the boundaries are thinned, allowing the dream to become reality, the reality to turn into a dream. I close the door, turn off the light, look at the sky. The moon seems out of place tonight, but maybe that’s where it should be.”