Lo spettatore è sfidato a distinguere tra dipinto e realtà volgendo l’attenzione alla rappresentazione di quest’ultima, colta asetticamente quale emblema dell’alienazione della società contemporanea e ripresa in pittura attraverso le figure, i ritratti, le nature morte ed, in particolare, il cibo. Soggetti ed oggetti fedelmente riprodotti nella loro autenticità dalla mano esperta di Marco Amore. Siciliano d’origine, bolognese d’adozione, alimenta l’innata passione per il segno tramite la sperimentazione di tecniche diverse: la matita e la penna, inizialmente ed in giovane età cui seguirà, nel 2007, l’uso delle tempere – regalategli dalla moglie a fronte di un periodo di riposo obbligato – quindi l’acrilico, ed infine l’olio. Su tela o legno, assecondando la pulsione del momento, su cui prendono vita, citandone solo alcune, la Maja Desnuda se non il Ratto delle Sabine, dipinti tratti rispettivamente dalla celebre opera di Goya e dai racconti di Plutarco e Tito Livio. E forte ispirazione, le cui radici affondano nell’acume descrittivo di Pedro Campos come dalle filtrate distorsioni di Alyssa Monks, esponenti primari dell’iperrealismo, cifra stilistica dell’opera di Amore.
Testo critico a cura di Pietro Franca
The spectator is challenged to distinguish between painting and reality by turning his attention to the representation of the latter, aseptically captured as an emblem of the alienation of contemporary society and captured in painting through figures, portraits, still lifes and, in particular, the food. Subjects and objects faithfully reproduced in their authenticity by the expert hand of Marco Amore. Sicilian of origin, Bolognese by adoption, he nourishes his innate passion for the sign through the experimentation of different techniques: the pencil and the pen, initially and at a young age, followed, in 2007, by the use of tempera – given to him by wife in the face of an obligatory rest period – then acrylic, and finally oil. On canvas or wood, following the impulse of the moment, on which, mentioning just a few, the Maja Desnuda if not the Rape of the Sabine Women come to life, paintings taken respectively from the famous work of Goya and from the stories of Plutarch and Titus Livy. And strong inspiration, whose roots lie in the descriptive acumen of Pedro Campos as well as in the filtered distortions of Alyssa Monks, primary exponents of hyperrealism, the stylistic code of Amore’s work.
By Pietro Franca